Un’analisi di David Autor sulla rivoluzione del mercato del lavoro
In un’epoca segnata da rapidi avanzamenti tecnologici, la promessa utopica dell’Era dell’Informazione di appiattire le gerarchie economiche democratizzando l’informazione si è rivelata illusoria. Al contrario, l’accesso all’informazione si è trasformato in un mero input per una funzione economica ben più significativa: il processo decisionale, dominio esclusivo di esperti d’élite. Tuttavia, la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale (AI) si presenta come uno strumento rivoluzionario, capace di riscrivere le regole del gioco per il mercato del lavoro e per la classe media in particolare.
David Autor, nel suo lavoro di ricerca “Applying AI to Rebuild Middle Class Jobs” (DOI 10.3386/w32140, Febbraio 2024), esplora la potenzialità dell’AI non come una minaccia, ma come una risorsa per ampliare la portata e il valore dell’esperienza umana nel processo decisionale. L’AI, con la sua capacità di integrare informazioni, regole ed esperienza acquisita, offre l’opportunità unica di estendere compiti decisionali di alto livello – tradizionalmente riservati a professionisti d’élite come medici, avvocati, ingegneri informatici e professori universitari – a un bacino più ampio di lavoratori dotati di conoscenze complementari.
La tesi di Autor non è una previsione, bensì un’argomentazione sulle potenzialità offerte dall’AI: se impiegata correttamente, essa può assistere nel ripristinare il nucleo di lavori di media abilità e di classe media nel mercato del lavoro statunitense, che è stato progressivamente eroso dall’automazione e dalla globalizzazione. L’AI può diventare uno strumento per riqualificare e valorizzare le competenze umane, consentendo a una gamma più ampia di lavoratori di partecipare a compiti decisionali complessi e di elevata responsabilità.
In questo contesto, Autor sottolinea l’importanza di una strategia di implementazione dell’AI che sia inclusiva e finalizzata al potenziamento delle capacità umane piuttosto che alla loro sostituzione. Questo approccio può non solo contrastare la polarizzazione del mercato del lavoro ma anche contribuire a una distribuzione più equa della ricchezza generata dall’innovazione tecnologica.
La visione proposta da Autor invita a un ripensamento radicale del ruolo dell’AI nel futuro del lavoro, ponendo le basi per una società in cui la tecnologia agisce come leva per l’inclusione sociale e la rigenerazione economica. La sfida sarà quella di navigare tra le opportunità e i rischi associati a questa transizione, garantendo che i benefici dell’AI siano accessibili a tutti e non solo a una ristretta élite di esperti.